Educare al movimento consapevole

da | Feb 19, 2018 | Approfondimenti, Feldenkrais | 0 commenti

Quando qualcuno mi chiede che lavoro faccio, rispondere con questa frase segna in genere l’inizio di una conversazione tipica. L’interlocutore esclama: Felden…?! e così provo a spiegare in cosa consiste questo mio lavoro, che tanto mi appassiona e mi spinge avanti.
Essere Insegnante del Metodo Feldenkrais significa, in primis, impegno in relazioni d’aiuto. Ciò mi accomuna ad ogni insegnante di qualunque altra materia, in effetti. La materia educativa, il campo di cui sono specialista è il movimento, visto come porta privilegiata di accesso all’intera realtà dell’essere umano. Attraverso il miglioramento del modo di muoversi di una persona, si migliora la qualità della sua intera vita.

Chi sono gli allievi che vengono da te?

A volte è il caso di un bambino con ritardi nello sviluppo psico-motorio, altre, una adolescente in difficoltà con il suo corpo; un giovane – o meno giovane – con problemi di dolore cronico, oppure una persona che si trova a confrontarsi con i temi che riguardano più spesso la seconda parte del corso della vita: la consapevolezza del limite sia fisico che psichico, la percezione del trascorrere del tempo, la realizzazione di sé, il piacere e la gioia di vivere, la sessualità, l’arte e la creatività.
Come Insegnanti certificati del Metodo Feldenkrais abbiamo a disposizione un vasto bagaglio di lezioni, più di un migliaio, grazie alle registrazioni scritte, audio e video delle lezioni originali di Moshe Feldenkrais. Tutte queste possono essere presentate come lezioni a se stanti, in ognuna delle quali si esplora una funzione umana specifica (ad esempio, si tratta di funzioni come il camminare, il voltarsi per guardare indietro, il chinarsi per raccogliere un oggetto da terra). Inoltre, le lezioni possono essere presentate sottolineando i loro collegamenti reciproci. In tal modo il numero delle lezioni aumenta fino all’infinito!

Insomma…una specie di insegnante di ginnastica!

Esclama il mio interlocutore. Sorrido, sorpresa per la curiosità e la pazienza di chi mi ha ha seguita fin qui. Rispondo: Sì, in un certo senso è così come dici, perché in queste lezioni si svolge un vero e proprio allenamento. Ma sono la consapevolezza, l’intelligenza e il potere della volontà ad allenarsi, in una atmosfera di massima calma, lontano dall’ansia da prestazione, fuori da ogni giudizio.

Quindi, come lo yoga…

Quando andiamo alla radice del termine sanscrito che significa “unire, congiungere”, certamente troviamo una analogia con la nostra visione. Riconosciamo tante parti diverse presenti in noi, le coinvolgiamo a seconda del ruolo di cui sono capaci, le congiungiamo nel momento della ideazione del gesto, e infine le uniamo in modo armonico nell’azione, le integriamo in un movimento che acquista eleganza e fluidità.

Ho capito, deve essere interessante! Sarebbe bello provare…

Sì, provare una lezione di Metodo Feldenkrais, individuale o di gruppo, è un bel regalo che possiamo fare a noi stessi.
Continuo a riflettere su conversazioni del genere, e ogni volta giungo a dire a me stessa che questo è stato il più grosso regalo fatto a me stessa, quando intrapresi la pratica personale circa vent’anni fa. In seguito, l’aver scelto questa come professione è stato un ulteriore arricchimento di prospettiva, il muovermi dal focus centrato su me stessa al focus sull’altro.
Sono persuasa che questo lavoro tragga vantaggio dallo sviluppo, in chi lo esercita, di capacità intuitive e creative. Infatti all’Insegnante Feldenkrais occorre saper scegliere in modo appropriato dal contenuto del suo bagaglio di lezioni, adattando gli elementi scelti ai bisogni e richieste speciali della persona o del gruppo che ha davanti. Saper proporre una storia ad episodi consequenziali, una storia originale, creata solo per quel gruppo o per quella persona, una storia che parla il linguaggio silenzioso del movimento.
Daniela Bianchi

Daniela Bianchi

BFRP Bach Foundation Registered Practitioner e Counselor in formazione

Il mio campo è educare, informare, facilitare ad apprendere nuovi modi di muoversi, agire e relazionarsi.

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